Tanti anni fa è uscita in italia una canzone che si poneva una domanda : Cosa resterà di questi anni 80 ?.
La realtà è che potremmo passare ore e ore a discutere su quello che realmente è il lascito di quel decennio, argomentando e svariando su vari settori senza sosta per poi ragionare sul fatto che siamo nel 2018 – e quindi è possibile poi porsi anche un altra domanda: Cosa resterà di questi anni 90 ? e continuare così via per ancora più tempo.
Una delle possibili risposte, sempre più probabile con il passare del tempo, è quella apparentemente più semplice e nichilista – NULLA.
Come nulla? direte voi, ma analizzando la realtà, soprattutto in ambito del piccolo e grande schermo, questi decenni sembrerebbero pronti a non lasciare sempre meno traccia, e non per naturale decadenza.
Sempre più spesso infatti ci ritroviamo sommersi da remake, sequel, reboot e riproposizioni di ogni sorta, destinate a prendere il posto di chi è venuto prima di loro, cancellando nelle nuove leve l’importanza del lascito delle opere passate, semplicemente perchè per loro saranno nuove, e dovrà essere la loro curiosità a spingerli verso l’originale.

Un esempio facile arriva da un colosso come Disney che decide di giocare la carta delle trasposizioni live-action, un colpo di spugna che è destinato a colpire l’animazione cardine dell’infanzia di molti di noi, lasciando le nuove tecnologie a toccare le stesse corde del passato,emozionando i nuovi arrivati.
Per questi nuovi arrivati i classici Disney potrebbero non essere più importanti come per la generazione precedente, una cosa che in parte è naturale – dettata dai cambiamenti di bisogni e messaggi da trasmettere – ma che in questo caso potrebbe avvenire a causa delle tecnologie, che in alcuni casi veicolano esattamente lo stesso messaggio, ma sfruttano un appeal diverso.
Per molti questo nuovo modo di “sovrascrivere” sistematicamente il passato è la naturale valvola di sfogo di un mondo dello spettacolo pigro e senza idee, che per evitare di affondare si aggrappa a vecchie idee, tentando magari di riportare in sala il pubblico usando come trigger la nostalgia dello spettatore.
Generando nel web faide sterili fra i puristi del materiale originale e gli amanti dell’innovazione, dalla mente aperta a ogni innovazione, per una strategia che, con il senno di poi, per ora è da considerare vincente visto l’alto numero di persone che riesce ad attirare nelle sale cinematografiche o davanti agli schermi di casa.
Ci aspetta quindi un futuro con sempre meno cult immortali? pieno di grandi classici rifatti e franchise spremuti fino all’osso dalle major? questo sembrerebbe ciò che si profila all’orizzonte, ma solo il futuro ci potrà dare risposte, o fare un remake delle domande.
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